Seconda Puntata – Settimana 10/2/2014-16/2/2014
Ci ritroviamo per la seconda settimana consecutiva con la SportParade. Causa lavoro, ho potuto seguire live poche manifestazioni (il divano è in ordine perfetto infatti), ma sono stati sette giorni ricchissimi, soprattutto grazie alle Olimpiadi di Sochi. Una particolare menzione a Innerhofer che, dopo la medaglia d’argento in discesa libera, conquista la medaglia di bronzo in Supercombinata. Peccato per Fognini che perde in finale a Buenos Aires.
6. SuperMario
Avevo appena detto: “Balotelli sta passeggiando” e proprio in quel momento è sceso il funghetto, Mario l’ha preso e si è trasformato in SuperMario, piazzando una bomba delle sue sotto l’incrocio dei pali, là dove Curci non sarebbe mai arrivato. Vittoria e 3 punti per il Milan contro il Bologna, grazie alla perla di crazy-Mario. Al mondiale carioca le sue giocate serviranno come il pane, se vogliamo fare strada. Non dovrà farsi distrarre dalle bellezze mozzafiato di Copacabana (cosa non semplice) altrimenti facciamo la stessa figura di 4 anni fa in Sud Africa. Sperando che in Brasile piovano funghi dal cielo.
5. Prima Volta Slovena (da condividere con la svizzera)
Sulla Rosa Khutor fa caldo, molto caldo, pure troppo. La parte finale della pista è più lenta con il passare dei minuti e, con le discese delle varie concorrenti, la neve si rovina, dventa molle. La Maze (foto sotto, in realtà è una top model) sembra sciare meglio delle altre, ma proprio nella parte conclusiva della gara, perde qualcosa e…oro ugualmente a parimerito con la svizzera Gisin: stesso tempo spaccato al millesimo e vittoria da condividere in Discesa Libera. Le due hanno scritto una pagina sportiva leggendaria: Tina Maze, slovena, conquista la prima medaglia d’oro per la sua nazione nella storia delle Olimpiadi, mai uno sciatore sloveno aveva conquistato il gradino più alto del podio. La Gisin, riporta in Svizzera un oro olimpico che mancava da 20 anni: l’ultima era stata Vreni Schneider a Lillehammer nel 1994. Ma il fatto sicuramente più singolare è stato che le due atlete hanno fermato il cronometro sullo stesso tempo. Non era mai successo nella storia delle Olimpiadi che una medaglia d’oro venisse assegnata ex-aequo. Evento singolare soprattutto in una disciplina, come la discesa libera, dove la velocità è sovrana e la vittoria si gioca sul filo dei millesimi.
4. Lo Zar “invalido”
Plushenko è, senza dubbio, uno dei pattinatori su ghiaccio più forti di sempre. 2 ori olimpici, 3 mondiali e 7 europei vinti. E’ uno dei pochi pattinatori di sesso maschile in grado di eseguire la trottola Biellmann e varie combinazioni di toe e loop. E’ l’unico atleta vivente ad aver vinto 3 medaglie olimpiche nel singolo maschile. A Sochi era attesissimo. Ha vinto l’oro nella competizione a squadre, prima di dare forfait durante il riscaldamento della prova singola gettando nello sconforto il pubblico locale che l’ha lungamente applaudito. Vladimir Zhirinovsky, parlamentare di estrema destra lo ha definito “un invalido”. Lui ha risposto “Oggi ho cercato di allenarmi ma non riuscivo a saltare. Avrò pattinato al massimo per sette minuti, ho provato e riprovato. Nel warm-up, dopo il primo triplo axel, ho sentito un dolore tremendo alla gamba. Dopo il secondo, l’atterraggio è stato semplicemente terribile. Non riuscivo più a sentire le mie gambe, mi faceva male e questo è tutto. Ho dovuto ritirarmi. Penso che Dio che mi stia dicendo, “Evgeni, è abbastanza, hai già dato con il pattinaggio”. Caro Zhirinovsky, se ci sta leggendo continui a farlo e guardi il video sottostante. E rispetto per gli invalidi sempre, oltre che per i campioni.
3. Nel medagliere, il paese GAY ha vinto già un oro
Caccia all’omosessuale, deliri putiniani, divieto di propaganda tra i giovani. Quanto scalpore, quanta chiusura mentale. In 4 minuti, Ireen Wust, olandese, vince i 3000 metri di pattinaggio su pista lunga spazzando via tutta la bufera antecedente alle Olimpiadi. Nessuna notizia clamorosa direte voi? Si, Ireen Wust è dichiaratamente lesbica. E ha vinto la prima medaglia d’oro messa in palio a Sochi, di specialità. Oltre il danno, la beffa, caro Vladimir. La sua compagna, Sanne van Kerkhof, gareggerà nello short track e, insieme ad altri sette atleti fa parte della delegazione omosessuale che compete a queste Olimpiadi. Ireen Wust ha un palmares da record: 4 medaglie olimpiche, 25 medaglie ai campionati mondiali, 1 medaglia ai mondiali sprint, 8 campionati europei, 67 podi in coppa del mondo. “We need more love in this world” mi disse una volta un commesso del negozio Human Rights Campaign di Castro Street: aveva ragione, ed era gay.
2. Una Fontana di Ghiaccio
Serve lo scatto, quello bruciante, quello secco: Arianna c’è. Argento sui velocissimi 500 metri nello short track. Davanti a lei solo la cinese Jianrou Li.
Serve la gamba, la tenuta, la grinta: Arianna c’è. Bronzo nei 1500 metri e una gara da incorniciare, alla fine della quale ha dichiarato “non avevo più gambe, mancavano 4 giri al termine e non ne avevo più, ma non volevo mollare fino alla fine. Ce l’ho messa tutta”.
In quelle tute aderenti e con quei caschi un po’ buffi le pattinatrici sembrano dei cyborg senza identità: Arianna sembra irriconoscibile se non per il tricolore disegnato sulla tuta. Peccato debba gareggiare così bardata perché è anche una bella ragazza.
1. Le Stelle brillano nella notte di San Giovanni (in Persiceto)
Venerdì, Sabato e Domenica. Cielo stellato in Italia a notte inoltrata, mentre a New Orleans, Louisiana, USA, altre stelle brillavano e in altra maniera. Non stiamo parlando di Armstrong, Bechet, Marsalis e altri grandi jazzisti ma dei “marziani” dell’NBA. L’All Star Game 2014 di New Orleans è stato il solito show dove, tra l’altro, si è giocato a pallacanestro. Un’americanata vera, fatta di pop corn e birre sugli spalti, e giocate impossibili sul campo solo per il puro spettacolo senza nessuna tensione agonistica…insomma come detto show e non basket. Ad infiammare il venerdì i rookie (quelli al primo anno di NBA) e i sophomore (quelli al secondo anno) e il most valuable player Andre Drummond (MVP): 30 punti, 25 rimbalzi in 28 minuti per lui. La partita della domenica Western-Eastern ha visto trionfare l’Est, per 163 a 155 (punteggi stratosferici), guidato da Anthony (record di sempre da 3: 8 su 13), James e Irving (MVP con 31 punti).
E il sabato? Beh sabato notte Marco Belinelli, da San Giovanni in Persiceto, Italy, ha vinto la gara del tiro da tre punti entrando nella leggenda dell’All-Star game: primo italiano a vincere tale competizione; ha sconfitto Bradley Beal in finale. Da “cinno” a “brotha”: consacrazione.
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