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Hillsborough: 27 anni dopo

Ricorre oggi il ventisettesimo anniversario della strage di Hillsborough, per chi non lo sapesse la più grande tragedia dello sport inglese mai avvenuta, una strage immensa, assurda per come si svolse, in cui persero la vita novantasei tifosi dei reds, durante la semifinale di FA Cup del 1989 tra Liverpool e Nottingham Forest. Una tragedia avvenuta in anni difficili per il calcio inglese (le cui squadre erano state bandite da tutte le competizioni europee a causa della strage dell’Heysel) e per l’Inghilterra intera, guidata proprio in quegli anni dall’ultra-liberista governo conservatore di Margaret Thatcher. Avrete sicuramente letto, sentito o visto in televisione articoli sul venticinquesimo anniversario della strage dello scorso anno, per cui non vogliamo qui riportare il dettagliato resoconto riguardante lo svolgimento dei fatti – che potete consultare digitando su google semplicemente “Hillsborough”.

La considerazione che si intende fare in merito alla vicenda, invece, riguarda principalmente l’opera di insabbiamento, di occultamento delle prove e di diffamazione nei confronti dei tifosi del Liverpool che compì l’allora governo Thatcher, avvalendosi anche di tabloid quali The Sun con un fine di ben più lunga durata: la riforma totale del calcio inglese e la nascita del calcio dei diritti televisi a nove zeri e quindi della moderna Premier League. Infatti nei mesi successivi alla vicenda tramite il rapporto Taylor – la Camera dei lord affidò a lord Peter Taylor il compito di indagare sulle cause dell’accaduto – il governo conservatore utilizzò i falsi resoconti delle forze dell’ordine sulla vicenda per dare vita a una trasformazione epocale degli stadi e del calcio inglese. Le colpe della strage furono riversate completamente sui tifosi del Liverpool, facili bersagli con alle spalle la strage dell’Heysel del 1985, in cui persero la vita 39 tifosi della Juventus, dove le responsabilità degli hooligans erano state incontrovertibili. Ma a Hillsborough i tifosi reds furono vittime inermi dell’inefficienza e dell’ottusità organizzativa delle forze dell’ordine, incapaci di capire che la strage si stava consumando davanti ai loro occhi e indecenti nella successiva opera di occultamento della verità circa le reali responsabilità di quel disastro.

Per 23 anni i famigliari delle vittime si sono battuti contro il sistema per ottenere giustizia e solo nel 2012 il premier inglese David Cameron, di fronte a un’inchiesta di una commissione indipendente creata dai famigliari delle vittime – l’Hillsborough Independent Panel – e all’opera di de-secretazione di oltre 400.000 pagine dell’inchiesta sulla strage, ha dovuto chiedere pubblicamente scusa per le evidenti colpe della polizia e per le comprovate azioni di manomissione e di occultamento delle prove, scagionando così, una volta per tutte i tifosi del Liverpool.

In questi 23 anni il calcio inglese è diventato un modello per tutto il continente europeo a livello di stadi e di introiti dei diritti televisivi. La premier è diventato senza dubbio il campionato di più alto livello al mondo (con buona pace della Serie A, campionato decisamente minore e di più basso livello) che attrae il maggior flusso di capitali dall’estero, un modello molto diverso da quello dei tempi della strage di Hillsborough. Ma l’altro lato della medaglia è stato quello di una non accessibilità degli stadi inglesi agli strati più bassi della working class, quella da cui proveniva la maggior parte degli hooligans degli anni 80. Perchè al giorno d’oggi buona parte del tifo più acceso vive le partite principalmente nei pub davanti a uno schermo televisivo, non certo negli stadi, belli esteticamente ma molto più simili a teatri che ad arene sportive. Il prezzo da pagare per la riforma che ha portato la Premier al vertice da un punto di vista economico è stato quello di renderla non fruibile per buona parte della tifoseria.
Fin dal 1979, anno in cui al governo si insediò Margaret Thatcher, il piano conservatore ultra-liberista, figlio della famigerata scuola di Chicago di Milton Friedman, aveva come fine ultimo l’eliminazione del welfare state e l’annientamento dei movimenti sindacali dei lavoratori, ai fini di una privatizzazione spintissima del settore pubblico. Le lotte contro i minatori e gli operai, l’inutile guerra delle Falkland, la privatizzazione delle imprese di stato, distrussero e annichilirono le giuste rivendicazioni per un futuro migliore di una intera generazione. Quei tifosi del Liverpool erano portuali, operai, gente della working class: nemici, se guardati dal punto di vista dell’ideologia conservatrice dell’epoca. «Nelle Falkland abbiamo dovuto combattere il nemico esterno, e ora dobbiamo affrontare il nemico interno, che è molto più difficile ma altrettanto pericoloso per la libertà», queste le parole della Thatcher in cui i lavoratori inglesi venivano definiti nemici interni.

Se a queste considerazioni si aggiungono i risultati della commissione Panel sulla strage, per i quali alle 15:15 di quel maledetto 15 aprile, decine delle vittime, date ufficialmente per morte già da parecchi minuti, respiravano ancora e forse si sarebbero potute salvare, la conclusione che se ne ricava è che nell’ipotesi più clemente il governo si servì di quell’ecatombe per imporre il suo modello di ordine applicato al calcio e per screditare definitivamente una parte dei tifosi in quanto appartenenti a una determinata classe sociale.
L’ipotesi più terribile, che comunque circola su internet e che si è fatta breccia negli ultimi anni giunge alla conclusione che la strage di Hillsborough fu una vera e propria strage di stato, pianificata per portare a compimento un cambiamento epocale della società inglese . Nella tragicità della vicenda si deve sottolineare che, anche se a distanza di anni, il governo inglese ha chiesto scusa attraverso le parole del premier David Cameron. Qui in Italia stiamo ancora aspettando di sapere tutta la verità su Piazza Fontana, la strage di Bologna, Ustica, Piazza della Loggia, le bombe sui treni, le stragi di mafia (in questo l’Inghilterra dimostra comunque più civiltà).

Quel che è certo sono le lacrime dello scorso anno di Steven Gerrard, che a Hillsborough perse un parente: un omaggio a quei 96 tifosi che non ci sono più ma che dal cielo incitano ogni domenica i reds – You’ll never walk alone.

 

 

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Non possiedo le conoscenze sportive a 360° dei miei “compagni di merende” ma mi difendo bene nel tiro alla fune e nel gioco del fazzoletto. Forse è per questo che mi hanno voluto nella creazione di questo blog, o forse, più semplicemente, quella sera erano ubriachi di birra artigianale. Ho scoperto alle ultime olimpiadi il beach volley femminile e ciò mi ha fatto riflettere, portandomi a considerare gli altri sport un contorno o poco più. Ho il Genoa nel sangue, solo che a volte ne ho troppo e finisce che mi sento male.

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