Se l’AFC Wimbledon, squadra autogestita dai tifosi, sta vivendo un momento fantastico, rimanendo a sud del Tamigi, ma a poche miglia di distanza, ci sono tifosi che non sono proprio dello stesso umore: quelli del Charlton. Nel 2014, gli Addicks sono passati al belga Roland Dûchatelet, già proprietario di altre 5 squadre di calcio fra cui lo Standard Liegi, l’Ujpest (Ungheria) e l’Alcorcon (serie b spagnola). Il club non versava in ottime condizioni finanziarie e i debiti, secondo alcune fonti, sarebbero ammontati addirittura a 24 milioni di £. Il politico-imprenditore ha così investito per ripianare e per migliorare le strutture, cercando di riportare i rosso-neri in Premier League. La gestione del club è stata affidata a Katrien Meire, avvocato che già l’aveva aiutato allo Standard e che è così diventata una delle sole 3 manager donna del panorama calcistico inglese.
I risultati, però, nonostante gli investimenti, non sono migliorati. Anzi, una cattiva gestione degli allenatori e dichiarazioni poco fortunate della stessa Katrien, come quella di voler lasciare l’attuale stadio, hanno peggiorato la situazione. E alla fine della stagione 2015/16 il club è retrocesso con tanto di finto funerale organizzato dalla tifoseria (ancora oggi la quasi totalità dei supporters rossoneri porta una sciarpa bianco-nera in segno di lutto e protesta contro la proprietà). La spaccatura è diventata insanabile e in queste ultime settimane, se possibile, si è ulteriormente accentuata: nessun vivente aveva mai visto il Charlton 18esimo in terza divisione.
E’ sufficiente parlare con qualche tifoso più anziano per capire l’ambiente che si respira: «Non ha esperienza per gestire un club, non lo ha mai fatto. E non c’entra che sia una donna». L’ unica soluzione per i tifosi è la cessione: «i compratori ci sono, avevano anche fissato un incontro ma poi è stato cancellato». Qualche tifoso ha già deciso di non seguire la squadra allo stadio: troppo grande la delusione per la cattiva gestione e per la retrocessione (il numero di abbonati è sceso da 11 mila a 6 mila). Katrien, da parte sua, ha dichiarato di essere pronta a dialogare con i propri fans, ma gli inviti sono stati puntualmente rispediti al mittente: «ha perso qualsiasi credibilità, vogliamo solo che vendano il club».
L’ apice della protesta è stato raggiunto il 15 ottobre. Al fischio d’inizio della partita contro il Coventry, altra nobile decaduta, sono stati lanciati in campo 3000 maialini giocattolo. Tutto lo stadio si è alzato in piedi cantando «stand up if you want Roland out» oppure «we want Roland out, we want Roland out». E ai cori hanno partecipato anche i tifosi ospiti.
A Liegi, le incessanti proteste dei tifosi dello Standard hanno obbligato Roland a vendere la squadra. Sembra che anche a sud del Tamigi sia necessario un passaggio di proprietà.
Per il bene di entrambe le parti.
Guglielmo Schenardi
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