Davide Podesta
Nell’agosto 1997 ho acceso la tv ed invece dei cartoni ho trovato la Classica di San Sebastian. Da quel giorno è stato solo ciclismo, pedalato, gareggiato e raccontato ma soprattutto vissuto. Per me non è metafora di vita, è l’essenza: un amore incondizionato e puro, critico e consapevole ma neppur minimamente deteriorabile. Se leggo la Gazzetta in un bar lascio aperta la pagina del ciclismo affinché qualcuno la legga, se la discussione finisce sull’argomento state certi che metterò il cuore sul tavolo. Trasgredisco solo per le Olimpiadi, sia estive che invernali e detesto ogni critica che non sia costruttiva, soprattutto quelle di chi non accetta il passare degli anni. Suoi e degli altri.
Ieri sono iniziati i mondiali, ma da anni i brasiliani stanno manifestando. Anche ieri non sono mancati gli scontri: decine di manifestanti si sono radunati nei pressi di una stazione della metropolitana, dietro uno striscione rosso con la scritta “Se…
L’inno nazionale cantato dal pubblico in delirio non si ricordava dalle olimpiadi di Australia del 1956, vinte da Ercole Baldini con gli emigranti italiani accorsi a supportarlo e ripagati con una vittoria: questa volta è toccato ai colombiani, che qui…
Il Giro arriva in Italia con la certezza che Fiorella Mannoia ci abbia presi per il culo alla grande: il “suo” cielo d’Irlanda ha inzuppato le maglie e pure le polveri al gruppo, costringendo corridori e staff ad una buona…
Una mattina mi presentai all’asilo con una bella polo rosa: ero l’ultimo arrivato e pure cicciottello, Andrea e Luca impiegarono un attimo a dirmi che era un colore da femmina e farmi sprofondare nella vergogna. Mio papà non era altissimo…
Sul palmo della mano sinistra ho una grossa vescica, di quelle che non puoi scoppiare sennò fanno ancora più male, mentre la schiena è tutta un dolore, come se avessi traslocato una casa intera da solo. Il Giro delle Fiandre…